Thursday, March 22, 2007

Random (esperimenti di scrittura)



Un’offerta di lavoro


Carlo era tornato lentamente al campo, non aveva trovato le risposte che cercava sul fondo del lago delle scritture però aveva goduto sia dei propri ricordi che della confidenza di Giulia; gli aveva fatto molto piacere ascoltare la ragazza e soprattutto la naturalezza con cui lei gli aveva raccontato fasi anche dolorose della sua giovane vita.
“Finalmente sei tornato, cominciavo a stare in pensiero” disse Giulia incrociando Carlo che si stava dirigendo verso le docce, “cosa vuoi” rispose lui “ mi sono perso nei ricordi, adesso però mi do una lavata, puzzo come una capra svizzera e se vuoi dopo ceniamo assieme”, Giulia lo guardò divertita e rispose:” va bene, ho visto il menù, questa sera wali na nyama, corro a sistemarmi e ci vediamo a tavola”.
Lo spazio nel piccolo rifugio del MacKinder’s camp non era molto e neppure l’intimità, d’altra parte non era un rifugio per turisti simile a quelli in Svizzera o nel Trentino: per il monte Kenya era già un lusso insperato; la ragazza indossò un bel maglione di lana perché nonostante fossero praticamente all’equatore, la sera, vista l’altitudine faceva freddo e c’era una certa umidità, tutto questo era però compensato dallo splendido spettacolo della volta celeste incastonata di stelle che, data la mancanza di altre luci, brillavano e risaltavano come tanti diamanti.
Giulia era molto incuriosita da quel signore anziano così gentile e tranquillo, le piacevano i modi e l’aspetto forte e vigoroso, ma di più ancora il suo modo di fissare lo sguardo quando parlava: come se vedesse delle cose lontane, a lui solo note.
Aveva alcune domande da rivolgergli, sopratutto una urgentissima: cos’era lo wali na nyama? Era in Kenya da poco e fino ad all’ora aveva parlato in inglese, certo aveva sentito continuamente lo swahili ma non aveva avuto modo di studiarlo un po’ o di leggere qualche cosa in proposito, aveva capito che Carlo lo parlava bene e voleva chiedere a lui qualche informazione sul posto migliore per studiarlo, certo non pretendeva di impararlo subito o parlarlo correntemente, ma visto che voleva fermarsi un po’ per preparare la tesi e andare anche in Tanzania e Zaire pensava valesse la pena averne una infarinatura.
Si accomodò sulla panca che fiancheggiava il lungo tavolo e dopo poco vide arrivare Carlo che teneva due birre in mano, “spero che una di quelle birre sia per me – disse Giulia – così possiamo brindare al nostro incontro”, Carlo si accomodò e porgendole la birra disse: “certamente, non mi piace bere da solo e poi tra poco ceniamo”, “a proposito – disse lei – che cos’è il wali na nyama?”
“Molto semplicemente riso e carne di capra, per noi una banalità, per loro un piatto della festa”, così rispose Carlo, dopo di che alzò la sua birra per brindare con Giulia.
Durante la cena parlarono a lungo dello swahili e di dove studiarlo, Giulia spiegò a Carlo che le sarebbe piaciuto apprenderlo per potersi muovere più a suo agio in est africa; d’altra parte però gli manifestò i suoi dubbi circa le reali possibilità di farlo in quanto la sua situazione economica non era molto florida.
Carlo la ascoltò con attenzione e pian piano gli si delineo in testa un’idea che gli piaceva molto, ma che non sapeva come presentare alla giovane donna che sedeva di fronte a lui in quanto aveva paura che lei travisasse le sue parole o che rifiutasse per orgoglio o timidezza: d’altra parte la conosceva da appena una giornata.
Stava ancora cercando le parole adatte per iniziare il suo discorso quando lei gli disse: “che ti succede? Mi pare di sentire gli ingranaggi del tuo cervello che girano”, lui la guardò imbarazzato e rispose” vedi stavo rimuginando una cosa e cercavo le parole per spiegartela senza spaventarti oppure offenderti”, “offendermi? spaventarmi? stai per farmi delle avances?” disse lei sorridendo maliziosamente; Carlo strabuzzò gli occhi e ridendo a sua volta rispose:”no no, volevo dirti che potresti usare la mia casa di Nairobi come base per i tuoi studi e per quanto riguarda gli spostamenti potrei accompagnarti io sia in Tanzania che in Zaire, certo ci vorrà un po’ di tempo ma se tu puoi restare qualche mese si può fare”.
La ragazza rimase per un attimo con lo sguardo di chi ha visto una cosa a lungo cercata ma che ancora non sa se è reale oppure un miraggio, poi si riprese e guardando Carlo disse: “il tempo non è un problema, ho un biglietto d’aereo aperto per un anno, ma non potrei pagarmi ne l’affitto ne le spese per mantenermi, credo di avere appena i soldi per andare in autobus in Tanzania e restarci qualche giorno”, così dicendo il suo volto assunse un’aria delusa e un po’ triste.
Carlo la guardò con attenzione e poi disse:” affitto? e chi ha parlato di affitto, la casa è abitata da una governante e da un mio amico che funge anche da guardiano, c’è un sacco di spazio e diverse camere libere, in quanto ai soldi stavo per offrirti un baratto: tu mi sistemi l’archivio in casa quando sei a Nairobi ed io sovvenziono i tuoi viaggi e la scuola di swahili, che ne dici?”.
Giulia lo fissò a lungo e poi disse:” certo è un’offerta molto allettante, ma perché faresti una cosa simile? Per quanto tu possa avere un archivio enorme non credo che questo lavoro potrebbe ripagarti, però tu non mi sembri neanche il tipo di uomo che vuole approfittarsi della situazione….”
“Hai ragione, io non voglio approfittarmi di te – disse Carlo - semplicemente mi è piaciuto il tuo entusiasmo: quando ero giovane ho avuto i tuoi stessi problemi ma nessuno mi ha aiutato, io adesso posso farlo, i mezzi non mi mancano e sarei felice di darti una mano e poi……non sottovalutare il mio archivio! Pensaci, ma ti prego non farti fregare dall’orgoglio e accetta.”
Giulia sorrise, poi gli si avvicinò e disse:” va bene ci penserò questa notte, sappi che mi fido di te anche se ci conosciamo da così poco tempo, domattina ti darò la mia risposta”, detto questo gli diede un bacio sulla guancia lo salutò e andò nella sua branda, Carlo rimase al tavolo ancora un po’, si bevve un’altra birra: certo questo cambiava i suoi programmi, non si sarebbe spinto fino al lago Turkana, se lei accettava l’avrebbe accompagnata a Nairobi e poi lui sarebbe ripartito per la Tanzania alla volta di Morogoro dove conosceva una ottima scuola di swahili.
Chissà cosa avrebbero detto Francis e soprattutto Jean-Pierre, sicuramente avrebbero tirato fuori le solite battute sui vecchi satiri spudorati, a questo però era abituato e sapeva come difendersi e poi a parte le battute sapeva che avrebbero capito.
Aveva dormito bene e dopo una doccia si stava bevendo un caffè quando la vide arrivare:” Buongiorno, ti ho ordinato il caffè, hai riposato bene?”, “si - disse lei - ho faticato un po’ a prendere sonno a causa di quanto mi avevi proposto….”, “ebbene?” disse lui fissandola negli occhi, “ebbene, mi dispiace per te ma ……accetto!”
Giulia guardò sorridendo Carlo e vide il suo viso rilassarsi e gli occhi splendere: “hai fatto la scelta giusta, non te ne pentirai, quando tra qualche giorno avrai finito le tue osservazioni qua ti accompagnerò a Nairobi dove potrai sistemarti e cominciare con l’archivio mentre io organizzerò il tuo periodo di studio in Tanzania.”
“E tu cosa farai qui – chiese Giulia – mentre io raccolgo i miei campioni?”, Carlo fece un’alzata di spalle e disse:” mah, ti accompagnerò e come al solito mi perderò nei miei ricordi.”