La ruota del tempo
Effettivamente le parole di Giulia avevano riportato Carlo alla situazione da lui stesso vissuta durante l’adolescenza: i suoi genitori non andavano d’accordo e sovente litigavano.
Carlo non aveva mai capito bene di chi fosse la colpa, sapeva solo che il clima in casa a volte era pesantissimo, sua madre era molto gelosa e accusava il marito di tradirla con una conoscente, dal canto suo lui si protestava innocente e la tacciava di visionaria; dove fosse la verità Carlo non lo seppe mai e tutto sommato neanche gli interessava.
L’unica cosa che sapeva era che stava male, non sopportava il clima teso e le discussioni feroci a cui doveva assistere, anche quando le cose erano tranquille lui faceva attenzione a non creare problemi che avrebbero scatenato la tempesta.
Ricordava ancora con dispiacere la gita scolastica a Roma, a cui aveva rinunciato perché nei giorni in cui si doveva dare l’adesione in casa l’atmosfera era tesa e lui non aveva avuto il coraggio di chiedere nulla.
Sua madre era, secondo lui, la persona più triste che avesse mai conosciuto: da bambina si era sentita diagnosticare una malformazione cardiaca che l’avrebbe condiziona tutta la vita e che l’avrebbe poi portata alla morte ancora giovane.
Carlo ricordava bene la sera in cui tornando dalla Tanzania, dopo più di un anno di assenza, la prima notizia che ebbe all’aeroporto fu quella della morte di sua madre quello stesso pomeriggio all’età di cinquantatre anni.
Non aveva avuto una vita felice, dopo le scuole elementari aveva dovuto andare a lavorare: si era ritrovata in un laboratorio di sartoria gestito da due sorelle zitelle e avide, con la scusa che non sapeva far nulla e che le insegnavano un mestiere per i primi tre anni non le diedero neppure un centesimo.
Passarono gli anni e finalmente cominciò a guadagnare qualche soldo, poteva così aiutare la famiglia ed anche andare a ballare il sabato sera, fu durante uno di questi sabati che incontrò il papà di Carlo: era arrivato da poco in paese fresco di studi.
Tutti lo chiamavano ragioniere e lo trattavano con rispetto, era infatti il contabile della impresa edile più grande della provincia, era sempre ben vestito ed in ordine e per il fatto di essere di un’altra regione parlava sempre in italiano.
Non ci mise molto a far colpo sulle ragazze, soprattutto sulla giovane sartina e fu così che a soli diciotto anni lei si ritrovò incinta e costretta a sposarsi, non vi era altra possibilità per evitare lo scandalo.
Le cose non andarono male all’inizio ma con l’andare del tempo il rapporto tra i due coniugi si raffreddò molto, ad aggravare la cosa sopraggiunse una grave depressione che colpì la mamma di Carlo, depressione che degenerò in esaurimento nervoso.
Carlo ricordava con tristezza il volto buio ed in lacrime della madre, a volte sentiva una rabbia profonda verso i suoi genitori a causa della sofferenza che gli procuravano, subito dopo si vergognava di quel sentimento e cercava di star vicino alla madre.
Questa situazione andò avanti sino a quando Carlo fu chiamato ad assolvere i suoi doveri verso la patria, durante l’anno di servizio militare i suoi si separarono e lui decise che sarebbe andato a vivere da solo.
Un rapace che passò a volo radente sul lago strappò Carlo ai suoi ricordi, si accorse che il tempo era volato via, si alzò ed anche lui come già aveva fatto Giulia imboccò il sentiero che lo avrebbe riportato al campo.
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment