Monday, August 28, 2006

RANDOM (esperimenti di scrittura)



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Primavera, il sole già caldo batteva sul viso del vecchio mollemente adagiato sulla panchina, aveva deciso di fare una passeggiata e di arrivare fino alla chiesetta e soprattutto alla trattoria che si trovavano sulla collina alle spalle del paese, l’ultima volta che aveva percorso quella strada non si era neppure accorto della salita, ma quel pomeriggio aveva dovuto sedersi per riposarsi un momento.
Il volto attraversato da un reticolo di rughe, non bello ma regolare rivelava un misto di aspra decisione e al tempo stesso la comprensione di chi ha sofferto .
Il vecchio non stava dormendo, ad occhi chiusi ripensava ad una estate di tanti anni prima; a quel tempo era un bambino e passava le vacanze estive correndo per i prati e le montagne attorno a casa sua. Quella mattina si era alzato presto e come sempre durante le vacanze dopo una rapida colazione aveva salutato la madre e afferrata la bicicletta aveva volato verso la casa dei nonni; raggiuntala era corso a salutarli felice di essere lì. Gli piaceva il cascinale con i suoi cortili e le sue stalle ,l'aria che sapeva di erba tagliata e di lavoro duro ma senza padroni. Non sapeva che quel giorno avrebbe provato il primo vero dolore della sua vita, capitò quando decise di tornare in cucina dalla nonna, si stava avvicinando silenziosamente alla porta quando la sentì dire:"Anche oggi è qui, perché non è mai a casa sua....", non aspettò di sentir terminare la frase e silenzioso come era venuto andò a sedersi nel fienile dove rimase a lungo con le lacrime agli occhi e un gran senso di delusione.
Era così assorto nei suoi ricordi che quasi non sentì la voce dell'uomo che si stava avvicinando:"Allora Carlo sei pronto?",lentamente aprì gli occhi e si strappò al passato, vide il suo vecchio amico JeanPierre che sorridendo gli disse:"Vedo che gli anni passati non sono stati sufficenti a farti cambiare, ti perdi ancora nei tuoi pensieri." Carlo annuì sorridendo e tra sè si disse che pochi ormai lo conoscevano così bene ; l'amicizia tra di loro durava da quasi mezzo secolo, avevano passato anni in cui la vita li aveva portati in paesi diversi ma tutte le volte che si erano ritrovati era come si fossero visti la sera prima. "Andiamo- disse JeanPierre -ci beviamo un pastis e poi partiamo per Nizza", quella di bere un pastis,classico aperitivo di quella zona del Piemonte confinante con la Francia, era una loro vecchia tradizione beneaugurante prima di intraprendere ogni viaggio. Avevano deciso qualche mese prima,durante una visita di Carlo, di fare un giro in Provenza per rivedere gli splendidi colori di quella regione in primavera ed anche per parlare di un progetto che stava girando tra le sinapsi di Carlo già da un pò di tempo.Roussillon è un piccolo paese ,all'interno del parco del Lubèron, famoso per l'ocra che tanti pittori famosi venivano a procurarsi per i loro quadri. Vi sono anche alcune poterie che offrono stanze ed un ambiente familiare per chi vuole passare qualche giorno tranquillo; ad un tavolo davanti a una bottiglia due uomini stavano parlando, uno era snello e vestito con cura l'altro massiccio e vestito in modo più casuale."E così vuoi tornare in Africa" disse JeanPierre l'uomo snello, "Si - rispose l'altro - credo che sia ora per me di tornare a Nairobi, per prima cosa voglio vedere com'è messa la casa che avevo comprato anni fà dall'inglese che hai conosciuto anche tu e decidere cosa farne.." "Non credo sia solo quello il motivo - intervenne JP - secondo me tu hai in mente altre cose."
Carlo si versò un goccio di vino e lisciandosi la barba disse: "A dire il vero non ho ancora le idee chiare su quel che vorrei fare, però mi piacerebbe fare un giro nei luoghi dove son stato in gioventù." Sorseggiavano lentamente il vino e si gustavano l'aria fresca che veniva giù dalla valle, erano stati nello stesso posto molti anni prima e le persone adesso erano cambiate ma era rimasto l'ambiente piacevole e famigliare di allora. Terminato il vino i due uomini si alzarono e lentamente si avviarono verso le vecchie cave d'ocra, sotto i raggi del sole calante le venature di terra colorata offrivano uno spettacolo impareggiabile; entrambi erano assorti nei propri pensieri e non facevano caso ai turisti chiassosi di ritorno dalla gita.
"Maria e i tuoi figli cosa dicono?" chiese JeanPierre all'amico che sollevò un sopracciglio con fare interrogativo:"Sai bene che i ragazzi sono oramai adulti e indipendenti e non fanno troppo caso alle idee che mi vengono in testa; e in quanto a Maria da quando ci separammo sia lei che io abbiamo sempre evitato di commentare le nostre scelte." Parlando si erano fermati in un punto particolarmente panoramico da cui si poteva spaziare con lo sguardo sulle cave e sui campi coltivati più in basso.
"Non avrei mai creduto all'ora - disse JeanPierre - che ti saresti sposato, sopratutto con una persona così diversa da tè." Carlo ritornò per un attimo a quando aveva conosciuto la moglie, sorrise e disse:" Non lo avrei creduto neanche io, eppure...successe, anche se poi le differenze vennero a galla e questo ci allontanò inesorabilmente.”
I due amici osservavano in silenzio il tramonto che si stava facendo magnifico, gli ultimi raggi del sole conferivano all'ocra una morbidezza particolare e irreale; dopo un po i due decisero di tornare al villaggio, in silenzio imboccarono un piccolo sentiero che in pochi minuti li avrebbe portati alla piazza del paese.
Si erano ritirati ognuno nella propria stanza; l'indomani sarebbero tornati a casa, Carlo era contento del programma stabilito, lui a breve si sarebbe trasferito in Kenya e più avanti forse JeanPierre lo avrebbe seguito.

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